Tappa 1: TARVISIO – CAMPOROSSO
- Lunghezza : 3,5 km <br>- Durata : ± 0,45 h <br><br>Tarvisio è una città di origine romana, forse celtica. Fu possesso del Capitolo di Bamberg dall’XI sec. Subì l’attacco dei Turchi nel XV sec. e dei Veneziani nel ‘600. Rimase germanica e austriaca fino al 1919 quando divenne italiana nel 1919. Di interesse artistico la chiesa affrescata di San Nicolò di Coccau, la Chiesa parrocchiale e le vicine torri medievali. Notevoli le rilevanze naturalistiche: i laghi di Fusine e del Predil e la Foresta di Tarvisio. Proseguendo verso Ovest alle porte di Camporosso si giunge alla cabinovia e al ripido Sentiero del Pellegrino che porta al Monte e al Santuario della Madonna del Lussari, il santuario dei tre popoli: germanici, latini, slavi. Dal Monte il panorama è mozzafiato sulla Val Saisera, sulla Valle dello Slizza e del Fella. Camporosso è a cavallo dello spartiacque orografico. Le acque che cadono a ovest scendono attraverso il Fella e il Tagliamento fino all’Adriatico. Un passo più in là a est, le acque scendono verso il Mar Mero attraverso il Rio Bartolo, lo Slizza – Gailitz, la Gail, la Drava e il Danubio fino a Costantinopoli. Presso lo spartiacque, c’è un sito precristiano dedicato al dio Mithra come ad Aquileia e a San Giovanni del Timavo, a Duino. Da non perdere a Camporosso il lapidarium-antiquarium in Viottolo Florianca, la Chiesa di Sant’Egidio e la chiesa di Santa Dorotea con splendidi affreschi restaurati, tra i quali il Martirio dei Diecimila Armeni di Sant’Acacio. Meravigliosi sono i prati e la Foresta sui versanti della Valcanale.
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Tappa 2: CAMPOROSSO - DOGNA
- Lunghezza : 27 km <br>- Durata : ± 7 h <br><br>Da Camporosso a Valbruna la pista attraversa splendidi prati lungo il Fella. Si giunge a Ugovizza (chiesa dei Santi Filippo e Giacomo e la torre ricostruita dopo l’alluvione del 2003), e quindi a Malborghetto. Apparteneva ai vescovi di Bamberg e si chiamava Buonborghetto, poi le contese con Venezia gli sono valse il cambio del nome. Da non perdere il Palazzo Veneziano e la chiesa parrocchiale di Santa Maria. C’è anche il Forte Hensel costruito dagli Asburgo. Si segue il torrente e le cascatelle dei mille rivoli passando a Cucco, a Santa Caterina, a Bagni di Lusnizza, San Leopoldo, tutti paesi assegnati all’Italia dal 1919. Si giunge a Pontafel-Pontebba, la dogana segnava il confine italo-austriaco sul ponte del torrente Pontebbana. Si segnalano la chiesa di San Giovanni Battista e il Santuario di Santa Maria Maggiore del 1104, modificata nel 1442. Straordinario è l’altare ligneo “alato”, il Flügelaltar, opera del 1517 del maestro Enrico da Villacco. La pista procede a sud con ponti in ferro ottocenteschi e gallerie scolpite a mano tra le pareti scoscese del Canal del Ferro e si intreccia in modo discreto e interessante su livelli diversi con l’autostrada, la statale, la ferrovia e il Fella. A Dogna, in centro si trova il Museo di storia naturale, geologia e paleontologia dei notevoli reperti locali. Non lontano la chiesa di San Leonardo Abate, l’ostello e la casa del pittore Fred Pittino.
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Tappa 3: DOGNA – MOGGIO UDINESE
- Lunghezza : 16,6 km <br>- Durata : ± 4 h <br><br>Da Dogna si passa davanti alla bellissima Val Dogna (impervia con piccoli centri, abitati da eremiti, Chioutzuquin, Mincigos, Pleziche) si scende sul vecchio tracciato ferroviario, ora la ciclopedonale Alpe Adria, attraverso Chiusaforte e Resiutta, si giunge a Moggio Udinese. Chiusaforte, Scluse, fu una stazione romana, dogana istituita dal patriarca di Aquileia Ulrich I di Eppenstein (1086-1121) e punto nevralgico di difesa in ogni epoca fino al ’900. Resiutta è un luogo di ospitalità antica. Le fonti narrano della presenza di uno xenodochio già nel Mille. C’è il museo da visitare. Moggio è sede dell’antica abbazia benedettina di San Gallo fondata nel 1085 dal Patriarca Ulrich I, ttualmente è un monastero delle clarisse. Notevole è la chiesa e la crocefissione lignea del XV sec. L’antica torre fu adibita anche a carcere.
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Tappa 4: MOGGIO UDINESE - GEMONA
- Lunghezza : 20 km <br>- Durata : ± 5 h <br><br>Da Moggio la via Campiolo-Venzone è immersa nel verde, passa su strade sterrate, prati, torrenti, Possibilità di bagni nel Torrente Glagno (“puro”) e presso il fontanon della “Pissadorie”. Si giunge a a Portis vecchia, borgo incantato abbandonato dopo il sisma del ‘76. Era un porto, c’è ancora l’accesso al Tagliamento. Giunti a Venzone, da non perdere è il duomo di Sant’Andrea, importante esempio di architettura gotica, completato nel 1338, crollato con il sisma del ’76, riscostruito con un intervento straordinario di restauro per anastilosi. Oltre alla chiesa di san Giovanni e al vicino Istituto Elemosiniere, sul ponte della Venzonassa c’era la dogana e l’ospitale duecentesco di Santa Maria (poi convento di Santa Chiara, modificato, distrutto, e non ancora ricostruito). Da vedere la chiesa dei Santi Anna e Giacomo il maggiore, i terrazzamenti del conoide dei “Rivoli Bianchi”, fino a Sella Sant’Agnese, il monte Cumieli con vista sulla Via del Tagliamento e sul Lago Minisini. A Ospedaletto la chiesa neogotica e l’Ospitale di Santa Maria dei Colli di Gemona, fondato all’inizio del XIII sec., divenne Priorato dell’Ordine di Santo Spirito in Sassia. A Gemona da non perdere è il duomo gotico di Santa Maria Assunta (1290-1337). Sulla facciata monumentale, la lunetta del portale, del XIII sec., il maestoso San Cristoforo (1332) sulla destra, e lo splendido rosone ancora tutto originale. All’interno le sculture lignee interne, il “Cristo del Terremoto” del XV sec. Anche il Castello di Gemona è in parte visitabile. Gemona e Venzone erano importanti centri di traffici commerciali e, fino all’avvento di Venezia, costituivano una doppia dogana con l’istituto del Niederlech (“scarico”).
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Tappa 5: GEMONA – SAN TOMASO DI MAJANO
- Lunghezza : 22 km <br>- Durata : ± 6 h <br><br>Da Gemona si giunge a Osoppo. È interessante il passaggio sul Colle della Fortezza sull’altopiano, tra le orme di animali preistorici sui conglomerati miocenici, resti archeologici romani, altomedievali, resti del castello cinquecentesco dei Savorgnan e le opere della fortezza di Osoppo dei periodi veneziano, napoleonico e italiano. Appena giù dal Colle si passa alla chiesetta di San Jacu il maggiore, e la chiesa parrocchiale di Santa Maria ad Nives (con la pala di Pellegrino da San Daniele, e l’affresco del “miracolo dell’impiccato” simbolo del Cammino di Santiago). Scendendo, ai piedi del Colle di San Rocco si trova la chiesa omonima, con romitorio del XIV secolo. Interessante dal punto di vista naturalistico il cammino attraverso le risogive di Bars e sul Tagliamento. Si giunge a Majano, a Susans e quindi a San Tomaso e al suo Hospitale fondato nel 1199 dai cavalieri di San Giovanni sulla Via di Gerusalemme. Quasi completamente restaurato con la forma quadrilatera a caravanserraglio, le mura merlate, la torre del Mille, gli archi romanici della loggia del Priore e le sue finestre ogivali trecentesche simili a quelle della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. È uno degli ultimi rimasti della prima rete di ospedali gratuiti europei del Medioevo. Con questo sito sta rinascendo la rete di ospitali moderni del Nord-Est e la Via del Tagliamento e di Allemagna. La Chiesa di San Giovanni presenta affreschi del Duecento e del Trecento, statue lignee del XVI.
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Tappa 6: SAN TOMASO (MAJANO) - SAN ODORICO (FLAIBANO)
- Lunghezza : 20 km <br>- Durata : ± 5 h <br><br>A San Daniele del Friuli, sul colle morenico più alto, c’è la chiesa di Sant’Antonio Abate, la facciata gotica del 1470, il rosone e il portale scolpito. È la “cappella sistina del Friuli” affrescata da Pellegrino da San Daniele XV- XVI sec. era annessa all’ospedale omonimo del XIV sec. La biblioteca Guarneriana, fondata nel 1466 è una delle Biblioteche comunali più antiche d’Italia. Centinaia di codici miniati, fondi archivistici, migliaia di manoscritti tra i quali la Bibbia Bizantina, un manoscritto di Brunetto Latini e una copia, di inizio ’400, Dell’Inferno della Divina Commedia di Dante. Interessante il Duomo del XVIII sec. e, sul colle del castello, la chiesa di San Daniele. A Ragogna è notevole la vista sul Tagliamento dal Colle di Muris e il castello antico già menzionato, in periodo Longobardo, da Paolo Diacono e ora restaurato nella sua possente fase basso medievale con la torre, le muraglie. Ad Aonedis è interessante il belvedere a strapiombo sul fiume. A Dignano si trova l’antica Pieve di San Pietro. A Bonzicco il castelliere dell’età del Bronzo di fronte a quello di Gradisca sul Cosa, sull’altro lato del fiume. A Sant’Odorico i resti di capanne protostoriche in legno. Sant’Odorico fu l’importante sede di un’abbazia benedettina. La Chiesa di san Ulrico è presenta pregevoli parti romaniche originali dell’XI nell’abside semicircolare. Sulla facciata l’affresco prezioso ma ormai evanescente di San Cristoforo, del XIV sec. La struttura benedettina ora è incorporata nel complesso della Villa Maselli, settecentesca.
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Tappa 7: SAN ODORICO (FLAIBANO) - BUGNINS
- Lunghezza : 22 km <br>- Durata : ± 6 h <br><br>Si giunge a Rivis, c’è la chiesa del cimitero con un magnifico San Cristoforo del XV sec. Si prosegue lungo l’argine fino a Pieve di Rosa, il guado più antico, quello della Via ConcordiaNoricum e della Stradalta-Postumia e della Vastata Ungarorum, la via percorsa dagli Ungari, nel X sec. Dal XIV sec. fu chiamata Pieve (di Santa Maria) di Rosa. Luogo di apparizione mariana il 2 febbraio 1655. Ma già prima c’erano state, secondo la tradizione, le apparizioni di Straccis nel 1506, e dalla parte opposta del Fiume, quella di Motta di Livenza nel 1511e quella di Cordovado del 1592. Nel Mille, dopo le incursioni, erano sorte in quell’area alcune comunità e 9 castelli, Varmo di Sotto e di Sopra, Belgrado, Madrisio, Munchenberg, Castellaruto, Guardiagioisa, Floraval, Gradiscutta di Varmo. C’erano anche due conventi cistercensi maschile e femminile. Era un incrocio di vie di commercio e di pellegrini. Codroipo era appunto la vicina Quadrivium. Lì la Villa di Blasiz fu il primo hospitium teutonico in regione (fondato da Wolfgher von Ellenbrechtskirchen, patriarca aquileiese dal 1204 al 1218 – fondò anche l’hospitium di San Nicolò di Ruda nel 1211, sulla Stradalta verso Aquileia).
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Tappa 8: BUGNIS (CAMINO AL TAGLIAMENTO) - LATISANA
- Lunghezza : 20 km <br>- Durata : ± 6 h <br><br>A Straccis si trova il santuario alla Beata Vergine. Il centro maggiore è Villa di Varmo, con la chiesa di San Lorenzo e il Trittico del Pordenone, del 1526, oltre a dipinti dell’Amalteo ed altri. In località Priorato c’è ancora la centa e l’insediamento dell’ospitale teutonico ancora esistenti. A Madrisio la chiesa di Santa Radegonda del monastero femminile cistercense. Santa Radegonda, santa merovingia con Venanzio Fortunato, il poeta che descrisse per la prima volta la Via del Tagliamento verso la Gallia, alla Tomba di San Martino a Tours, sono tracce merovinge che dimostrano il collegamento tra Gallia e Mediterraneo attraverso l’Adriatico e il Friuli. A Ronchis esisteva il primo ospitale giovannita in regione, quello di San Bartolomeo della Volta. Aveva colonne di granito, provenienti da Aquileia, fu distrutto dalle alluvioni del XVI sec. Oggi il sito si troverebbe all’interno della golena del fiume, vi si accede dal valico dell’argine in corrispondenza del campo sportivo di Ronchis. A Latisana, porto storico dell’Alto Adriatico sul Tagliamento. Da visitare il Duomo di San Giovanni con la pala di Paolo Veronese. Del 1578 è il Santuario della B.V. di Sabbionera. Una storia ricca di vie, porti, ponti, mercati, ospedali. Di lì passava la Via Annia, verso Aquileia e l’Iter Burdigalense per Gerusalemme. Si prosegue via terra verso Concordia Sagittaria, Santiago o Roma attraverso le vie romee e francigene. Oppure via mare verso la Terra Santa.
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